Primo ‘Close Up’ di Camera di Commercio Milano: “Ora investire”
Milano, 13 giu. (askanews) – L’intelligenza artificiale al servizio del business. Non per rimpiazzare il team di professionisti che lavorano in azienda, ma per rendere più efficaci e veloci i processi produttivi e le soluzioni messe in campo delle piccole e medie imprese. L’Ai è stata al centro del primo ‘Close Up’, ciclo di evento della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi dedicato all’innovazione. Gian Luca Comandini, direttore della Blockchain management school. “L’intelligenza artificiale è una tecnologia che permette di elaborare una grande mole di dati e utilizzarli per scopi predittivi. Laddove gli esseri umani non riescono ad arrivare, l’Ai permette di ottimizzare questi processi. Oggi tutto è basato sui dati e qualsiasi tipo di business può performare centinaia di volte meglio grazie a tecnologia. Potevamo accorgercene qualche anno fa, ma ce ne stiamo accorgendo in tempo. Mi auspico di vedere i tanto declamati fondi per l’innovazione applicati a formazione privata e pubblica in ambito coding e Ai. Solo così avremo un cittadino più consapevole e imprenditori in grado di applicare questa tecnologia invece che subirla”.Se l’intelligenza artificiale classica permette analisi dei dati accurate e risposte precise, la nuova generative Ai consente al software di elaborare informazioni per ideare risposte nuove di zecca. Alexio Cassani, Chief Technology Officer di Cortilia. “Con la nuova generative AI ci sono tutta una serie di applicazioni di produttività individuale che di base la rendono democratica e pervasiva non soltanto su chi fa scaleup ma potenzialmente qualunque azienda che produce ed elabora contenuti e informazione. E’ un po’ tutto un terreno da esplorare”. “In questo momento nel momento in cui viene utilizzata come un oracolo è una alternativa al motore di ricerca, in realtà le potenzialità sono molto superiori: si può utilizzare come trainer o come coach personale, si può chiedere all’Ai di prepararci un piano di formazione e potenziale di accudire i nostri figli e di essere un supporto per i malati”. Due i rischi all’orizzonte secondo Cassani: che l’Ai venga ignorata o che sia troppo regolamentata. L’invito è stare nel mezzo per accompagnare l’essere umano verso “una vita migliore”.