Da Janssen Oncology 2 nuove molecole e 2 indicazioni terapeutiche
Milano, 23 giu. (askanews) – La strada è ancora lunga ma la direzione è tracciata: la chemioterapia è destinata ad “andare in pensione” per essere superata da trattamenti altrattanto efficaci ma molto meno debilitanti. Una sfida ambiziosa, resa possibile dai notevoli progressi della ricerca scientifica che soprattutto negli ultimi ha fatto passi da gigante, sviluppando farmaci sempre più innovativi e terapie avanzate particolarmente efficaci soprattutto nella cura di tumori del sangue e di mieloma. E’ il caso dell’immunoterapia:”Si va a contrastare quello che è un meccanismo che tutti i tumori sviluppano – spiega ad askanews Alessandro Corso, Divisione di Ematologia ASST Ovest Milanese, Ospedale di Legnano -. Tutti i tumori immunudeprimono: perchè è chiaramente nell’ordine delle cose, il tumore per svilupparsi deve fare in modo che i controllori non funzionino. Allora noi con questi nuovi farmaci in qualche modo rimettiamo in funzione questo sistema, in modo tale da ottenere una risposta mirata. Una risposta potremmo definire naturale, perchè non ci sono sostanze chimiche, è il sistema immunitario del paziente che agisce contro le cellule malate”.Per tracciare un bilancio aggiornato della situazione e fare il punto sulle prospettive future i massimi esperti del settore si sono riuniti a Milano a un convegno organizzato da Janssen Oncology, divisione specializzata dell’azienda farmaceutica del gruppo Johnson&Johnson, che solo nei primi 6 mesi di quest’anno ha lanciato in Italia due nuove molecole e due nuove indicazioni terapeutiche per il trattamento di tumori solidi ed ematologici:”Gli strumenti che abbiamo dobbiamo tenerli tutti a disposizione, non trascurarne nessuno – puntualizza ancora Corso -. Però è chiaro che la nostra intenzione è quella di arrivare a una fase in cui la chemioterapia non la utilizzeremo più. E questo non tanto per criminalizzare la chemioterapia, ma quanto per il fatto che in un mondo senza chemioterapia, in una situazione nella quale noi non utilizziamo i chemioterapici, vuol dire che noi abbiamo delle terapie con cui possiamo andare a colpire esattamente quello che vogliamo colpire, personalizzando all’interno dell’indivuduo anche la biologia stessa della malattia”.Medicina di precisione e terapie mirate costituiscono la nuova frontiera anche nel trattamento dei tumori solidi alla vescica, alla prostata e ai polmoni. Lo scenario è in continua evoluzione, con cure e percorsi terapeutici confezionati sempre di più “su misura” di ciascun paziente.”Ci sono effettivamente dei pazienti che possono avere un beneficio da dei farmaci molto personalizzati, e quindi si supera il concetto di chemioterapia ma in che senso? La chemioterapia rimane un caposaldo nel trattamento di questi pazienti, perchè per molte situazioni rimane un trattamento molto efficace – ci racconta Elena Verzoni, Dipartimento di Oncologia Medica ed Ematologia, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Ma laddove siano queste particolari mutazioni, noi sappiamo che se andiamo a colpire con delle terapie mirate, possiamo dare un impatto in termini di controllo della malattia ma soprattutto di riduzione del rischio di morte che è sicuramente molto significativo. Quindi in qualche modo le terapie target e le terapie personalizzate vanno a confluire in quello che già è il nostro trattamento classico standard che rimane molto importante ma vanno ulteriormente a raggiungere un’opzione terapeutica per pazienti che presentano queste mutazioni. La strada è sempre in evoluzione e questo sicuramente è un grosso passo avanti per i nostri pazienti”.