A Venezia presentato un film diretto dai registi dei due paesi

Milano, 6 set. (askanews) – Il cinema può superare ogni barriera. Anche quella tra due paesi irriducibilmente nemici come Iran ed Israele. E’ il caso di “Tatami”, presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia, un film diretto da due registi, una iraniana e un israeliano.L’opera racconta del rifiuto di una judoka iraniana al diktat di abbandonare i campionati del mondo per non affrontare una atleta israeliana. Una storia politica che mette in primo piano non solo i rapporti tra i due paesi nemici ma anche la condizione delle donne in un momento di forte cambiamento nella società iraniana.”Io sono positiva. Penso che le donne stiano cambiando il loro mondo, la loro condizione e la loro situazione. E non c’è via di ritorno. Sono davvero toccata dalla nuova generazione. È come se ci avessero restituito il nostro coraggio e la nostra dignità. E nessuno può più toglierceli”, spiega la regista e attrice del film, Zar Amir, iraniana da anni esiliata in Francia.Secondo Guy Nattiv, il coregista israeliano di “Tatami”, i due paesi stanno attraversando un processo di trasformazione per qualche verso simile. Afp del 05/09/23 17:30 — “Nous sommes des pays similaires” : les cinéastes irano-israéliens s’unissent à Venise 00:03:28:05 20230905__afp__19544138 00:04:06:12 00:00:38:07 00:04:25:23 “Miracolosamente potete vedere che in Israele e in Iran, è in corso una rivoluzione. In Israele è contro ciò che Benjamin Netanyahu sta facendo contro la democrazia. Il governo è così estremista, in Iran è la stessa cosa. C’è come un movimento e la gente protesta”.”Tatami”, in uscita nel 2024, è stato venduto in diversi paesi europei. Ed è diventato un caso in Israele.”Non sto parlando del governo, ma in Israele la gente vede questa collaborazione come una sorta di rivoluzione, e spero che possa aprire altre collaborazioni tra israeliani e iraniani su altri argomenti, non solo sul cinema”, conclude Nattiv.

Israeliani e iraniani amici? Al cinema con “Tatami” è possibile