Alla Buchmesse di Francoforte 137 espositori dal nostro Paese
Francoforte, 18 ott. (askanews) – L’editoria italiana è ancora la prima industria culturale del Paese con un giro d’affari, di valore del venduto, pari a 3,38 miliardi di euro nel 2022, in crescita di quasi 300 milioni rispetto ai valori registrati nel 2019, ultimo anno prima della pandemia, e in lieve calo (-1,5%, tasso definito di assestamento) rispetto all’anno precedente. Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia, presentato in occasione dell’inaugurazione della partecipazione italiana alla Buchmesse di Francoforte dall’Associazione Italiana degli Editori, presieduta da Innocenzo Cipolletta. “È un’editoria in salute – ci ha detto – anche se ha fatto un piccolo regresso rispetto all’anno boom dopo la pandemia, e quindi qualcosa che può crescere ancora di più. Quello che è importante è favorire la lettura del nostro Paese, quindi una politica della domanda in maniera tale che ci sia una sempre maggiore capacità di lettura”. Il Rapporto evidenzia che la lettura, sulla base di un criterio estensivo, è cresciuta nel nostro Paese: sono il 71% gli italiani tra i 15 e i 74 anni che dichiarano di aver letto almeno un libro, di carta o elettronico, oppure ascoltato un audiolibro negli ultimi 12 mesi, tre punti percentuali in più rispetto al 2019, quando il dato era attestato al 68%. Inoltre i numeri dei primi nove mesi del 2023 con vendite in lieve crescita rispetto al 2022 e pari a 1.033,5 milioni di euro nel solo mercato trade, confermano la nuova dimensione dell’editoria post-Covid. Le copie vendute nei nove mesi 2023 sono state 69,9 milioni, in calo di un milione rispetto l’anno precedente, ma in crescita di quasi nove rispetto al 2019. E per consolidare questo trend positivo Cipolletta ritiene sia necessario lo sviluppo di una più forte politica industriale. “Le imprese oggi – ha aggiunto il presidente – sono attraversate da un processo di innovazione particolarmente forte. La politica dell’innovazione significa favorire le piattaforme per la distribuzione dei libri, per la promozione dei libri e quindi politiche che in qualche maniera incentivino queste innovazioni, ma dall’altra parte anche una politica di difesa del diritto d’autore che le nuove tecnologie sicuramente stanno mettendo in dubbio”.Molto importante, in particolare in una fiera globale come Francoforte, l’aspetto dell’internazionalizzazione: nel 2022 l’Italia ha comprato dall’estero i diritti di traduzione di 9.432 titoli e ha venduto all’estero 7.889 diritti di traduzione di opere italiane. Nel 2010 gli acquisti erano stati 9.009 e le vendite 4.217, nel 2001 gli acquisti erano stati 5.400 e le vendite 1.800. “Penso che sia importante che anche il governo dia una mano attraverso un maggior contributo per quanto riguarda le traduzioni – ha concluso Cipolletta – come fanno altri Paesi, perché il costo della traduzione è sicuramente una barriera all’esportazione del diritto d’autore”.Alla Buchmesse l’Italia è presente con 137 espositori, di questi 63 ospitati nello Spazio Italia, lo stand collettivo italiano organizzato da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in collaborazione con AIE. Una partecipazione importante che anticipa l’edizione 2024, quando l’Italia sarà Paese ospite d’onore della fiera.