Sfide e obiettivi dell’Osservatorio sul più grande museo diffuso

Roma, 25 ott. (askanews) – Rappresenta il “più grande museo diffuso d’Italia”, un patrimonio inestimabile, che può creare traino per l’economia del Paese. Parliamo del patrimonio culturale privato, di cui oltre otto milioni di metri quadrati non vengono utilizzati. E’ stato presentato al Ministero della Cultura il IV Rapporto dell’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato, una sorta di data base degli immobili privati di interesse storico-artistico in Italia. Realizzato dalla Fondazione Bruno Visentini, l’Osservatorio è promosso dall’Associazione Dimore Storiche Italiane, Confagricoltura, Confedilizia e Istituto per il Credito Sportivo, con l’obiettivo di supportare le istituzioni nella definizione delle politiche da adottare per rilanciare tale patrimonio, che costituisce oltre il 17% del totale secondo l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.”Il dato straordinario su tutti che emerge quest’anno – sottolinea Giacomo di Thiene, Presidente di ADSI – è che abbiamo più di otto milioni di metri quadrati non utilizzati di patrimonio culturale. Potrebbero essere musei, alberghi, residenze di natura extra ricettiva per lo sviluppo del turismo delle aree interne. Il patrimonio culturale privato non solo è il più grande museo diffuso d’Italia ma anche la più diffusa industria italiana, è forse l’unica che resta sistematicamente in tutte le aree: abbiamo più di uno stabilimento culturale in ogni provincia italiana”.Il IV Rapporto, intitolato “Le dimore storiche sul territorio italiano tra potenzialità e rischi”, conferma l’ampia distribuzione di queste residenze sul territorio italiano, con oltre un quarto di esse situate in piccoli e piccolissimi comuni e ribadisce come il patrimonio culturale privato sia un motore trainante per il settore turistico ed economico. Ma il rapporto rivela anche sfide significative, come quella rivolta alle istituzioni. “Da questo rapporto capiamo quanto sia incontaminato un mondo da scoprire, da fruire, da mettere al servizio dei cittadini e dei turisti e quanto sia importante e fondamentale l’indotto per l’intero Paese”, afferma Roberto Marti, Presidente della VII Commissione Cultura Senato.Nonostante il desiderio dei proprietari di rendere fruibili le porzioni inutilizzate delle dimore storiche, il 47% di esse presenta ancora spazi non sfruttati a causa di mancanza di risorse o ostacoli burocratico-amministrativi. “L’importanza di questo lavoro è dimostrare che il patrimonio storico italiano privato non è solo nelle città grandi, ma ovunque possiamo trovare il petrolio della nostra Repubblica”, conclude Luciano Monti, Condirettore Scientifico Fondazione Bruno Visentini.

Patrimonio culturale privato, presentato il quarto rapporto