“Detenuti per giorni, interrogati e poi rispediti al confine con Gaza”
Milano, 3 nov. (askanews) – Alcuni sono stati prelevati sul posto di lavoro e portati via, altri sono stati arrestati mentre chiedevano informazioni alle autorità. E’ la storia di alcuni lavoratori palestinesi in israele che sono stati spediti nella Striscia di Gaza dopo che Tel Aviv ha annullato i loro permessi di lavoro. Molti di questi lamentano di essere stati “detenuti, torturati e picchiati” dall’esercito israeliano mentre erano bloccati nel paese dall’inizio della guerra con Hamas. Ora si trovano al valico di frontiera di Kerem Shalom al confine tra la Striscia di Gaza e Israele. “All’inizio della guerra ci siamo recati dall’esercito israeliano perché i nostri permessi (di lavoro) erano stati cancellati. Siamo stati detenuti per 25 giorni e siamo appena stati rilasciati. Non abbiamo idea di cosa stia succedendo adesso o della situazione a Gaza”, racconta un palestinese che non ha voluto fornire il suo nome. “Hanno fatto irruzione e ci hanno catturato. Siamo stati sottoposti a tortura elettrica e ci hanno scatenato addosso i cani. Che altro possiamo dire? Poi ci hanno trasportato in un campo che non è nemmeno degno di accogliere animali”. “E’ stato un vero film dell’orrore, continuo e senza fine. I servizi segreti ci hanno sottoposto a interrogatori incessanti. Siamo solo lavoratori, non sappiamo niente, cerchiamo solo di guadagnarci da vivere. Non sappiamo niente”, ha detto Sabry Fayez. “Alcuni sono morti il primo giorno, altri il secondo. Alcuni sono morti di sete”, ha concluso Fayez.