Investire in valorizzazione storia audiovisiva della Santa Sede
Roma, 10 nov. (askanews) – È in sintonia con le raccomandazioni di papa Francesco sullavalorizzazione dei reperti audiovisivi della Chiesa il volume di Gianluca della Maggiore ‘Le vedute delle origini su Leone XIII. Vaticano, Biograph e Lumière’ (edito da Utet Università), presentato nella Filmoteca Vaticana. Un luogo chiave nel falso storico – ora definitivamente chiarito dal libro – che ha accompagnato per decenni la narrazione intorno alla paternitàdelle prime immagini cinematografiche di un pontefice. È proprio nella Filmoteca Vaticana, in occasione della sua istituzioneufficiale, nel 1959, che il breve filmato di papa Pecci nei giardini vaticani venne mostrato come opera realizzata dai fratelli Lumière.E da allora fino ad oggi – in documentari, servizi giornalisti e sul web – si è sempre ripetuto che l’autore fosse stato nel 1896 Vittorio Calcina, il rappresentante in Italia della realtà francese. Nessuno ha mai menzionato William Kennedy Laurie Dickson che le realizzò due anni dopo per l’American Mutoscope and Biograph Company. Eppure, come ricostruisce la ricerca,nell’Archivio Apostolico Vaticano sono custoditi diversi documenti che lo confermano. A cominciare dalla nota manoscrittadel maggiordomo del pontefice, il futuro cardinale Francesco Salesio Della Volpe, indirizzata al delegato apostolico a Washington, Sebastiano Martinelli, nella quale si descrivonodettagliatamente le tre sedute di riprese effettuate da Dickson tra giugno e luglio 1898. Le carte svelano inoltre i motivi della rottura con gli operatori statunitensi: il Vaticano li accusò difare un commercio scandaloso delle immagini del papa, arrivando persino ad ipotizzare un’azione legale.”Un libro che consente di fare luce su una vicenda controversa”, ha affermato il prefetto del Dicastero per la comunicazione dellaSanta Sede, Paolo Ruffini, che nel saluto introduttivo si è soffermato sull’importanza di valorizzare i reperti storici per salvaguardare la cultura e tramandarla alle nuove generazioni.Ribadendo la necessità di mantenere vivi i rapporti con le altre istituzioni vaticane specializzate sul passato, la ricercariflette la missione incoraggiata dal Papa che la Fondazione MAC – Memorie Audiovisive del Cattolicesimo persegue in tandem con ilCentro di ricerca CAST – Catholicism and Audiovisual Studies dell’Università UniNettuno.Nel suo intervento, monsignor Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione MAC – Memorie Audiovisive del Cattolicesimo evicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, ha sottolineato che “è verosimile pensare che il raccordo con gli altri archivi vaticani – dove è presente tutta la documentazione che ha permesso la scrittura di questo volume – avrebbe fin dall’inizio consentito alla Filmoteca Vaticana di trattare conmaggiore accuratezza filologica il documento filmato su Leone XIII interrompendo immediatamente la catena di diffusione dellaversione attribuita a Calcina o, perlomeno, fornendo una sua contestualizzazione”.”Un giallo appassionante”, ha affermato Paolo Mieli nel corso della presentazione. Il giornalista e saggista ha voluto condividere le suggestioni personali stimolate dalla lettura del libro soprattutto in merito alle conseguenze positive per la fede derivanti dall’utilizzo dei media da parte dei pontefici. “Non vi è dubbio che quel breve filmato sia stato realizzato da Dickson,ma – sottolineato Mieli – ha avuto una grande risonanza ed ha rappresentato un test clamoroso per la potenzialità del cinema”.In conclusione, alcune considerazioni dell’autore. “Mi auguro che questo lavoro possa stimolare l’avvio di molte altre ricerche”, ha affermato Gianluca della Maggiore prefigurando diversi spunti sul binomio papa-cinema. Tra questi c’è il rapporto finora inesplorato fra Leone XIII e i fratelli Lumiere, i quali fin dai primi anni Novanta dell’Ottocento fornivano al papa le lastrefotografiche per la carta del cielo della Specola Vaticana. Sempre nel quadro della stessa relazione, c’è da approfondire ilruolo svolto dal fotografo pontificio Francesco De Federicis che tra il 1899 e il 1903 realizzò almeno una decina di filmati con papa Pecci, la maggior parte dei quali risultano al momentoperduti. Nell’elenco figura anche la benedizione di Leone XIII davanti alla macchina da presa di Dickson che venne amplificatada una fake news del New York Journal. Secondo il giornale, il papa aveva affermato ufficialmente che la benedizione filmata avesse lo stesso valore di una benedizione in presenza. E questoprovocò due effetti: le proteste della Santa Sede e il clamoroso successo planetario dell’iniziativa.