Rapporto “La nuova Italia televisiva”, fatica la banda ultra larga
Roma, 14 nov. (askanews) – Il 2023 sarà ricordato come l’anno in cui le Smart tv hanno raggiunto e superato le tv tradizionali. Oggi nelle case degli italiani ci sono complessivamente 21 milioni di Smart tv, ovvero quelle che si connettono anche via internet, e 20 milioni e mezzo di tv tradizionali: a certificarlo è il Sesto Rapporto Auditel-Censis intitolato “La nuova Italia televisiva”, presentato nella Sala capitolare del Senato. Andrea Imperiali, Presidente Auditel: “Questo è un sorpasso molto importante, favorito anche dal processo di switch-off (spegnimento, ndr) del nuovo standard del digitale terrestre, ma sta avvenendo a ritmi abbastanza sostenuti”. Secondo la ricerca negli ultimi 7 anni le Smart tv sono triplicate, i nuovi televisori sono tendenzialmente più grandi, mentre sono 122 i milioni di device presenti nelle case degli italiani (+ 2,2% nell’ultimo anno). Di questi nel 2023 si contano 97 milioni di device connessi, con una media di 4 per abitazione, che permettono di integrare i contenuti della tv lineare con l’offerta in streaming, anch’essa fortemente aumentata, complice anche la pandemia.Ma resta il digital divide sulla banda ultra larga: secondo il rapporto (che si fonda sulla Ricerca di base Auditel con 7 wave l’anno, 20 mila abitazioni visitate, 41 mila interviste face-to-face) al momento è il 63,1% delle famiglie italiane (15 milioni e 400.000 nuclei in valore assoluto) a vivere in abitazioni che dispongono di Adsl, fibra ottica o satellitare, mentre mancano all’appello 17 milioni e 100.000 individui. Il 30,2% dei nuclei famigliari possiede solo una connessione mobile, mentre circa 2 milioni e mezzo di italiani non accedono a internet da casa. “Addirittura abbiamo registrato 5 milioni di famiglie che accedono solo tramite smartphone, quindi con un utilizzo di tutte le possibili funzionalità del web del tutto limitato. E per questo bisogna correre per aumentare questa copertura al più presto possibile”, ha auspicato Imperiali. Alla presentazione del rapporto anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: “L’Italia sta andando avanti sulla strada della transizione digitale e quindi sulla strada della valorizzazione di nuovi strumenti. È un segno importante che noi dobbiamo valorizzare anche per consentire poi al servizio pubblico ma anche a tutti coloro che realizzano programmi radiotelevisivi in questo paese di poter essere sempre più competitivi nei servizi dati ai nostri cittadini”.È ancora lunga la strada per raggiungere l’obiettivo stabilito dal Pnrr all’interno della Strategia per la Banda Ultra Larga, che prevede connessioni a 1 Gigabit su tutto il territorio nazionale per tutti i cittadini entro la fine del 2026.