Presentata ricerca Osservatorio auto e mobilità Luiss Business School
Roma, 12 dic. (askanews) – Oggi la Cina è prossima a diventare il principale esportatore al mondo di autovetture: nei primi 8 mesi del 2023 ha strappato il secondo posto alla Germania grazie a 2,45 milioni di unità esportate, posizionandosi di poco al di sotto dei 2,48 milioni di unità del Giappone. In tre anni, infatti, l’export cinese è più che triplicato, con una crescita del 233%, permettendo alla Cina di superare il gap con le principali industrie automobilistiche.E’ questo uno dei dati che emerge dall’Osservatorio Auto e Mobilità di Luiss Business School, in una ricerca presentata a Roma e intitolata “L’auto cinese in Italia: Conoscere per Decidere”. Oggetto dell’indagine è la dinamica di insediamento dei produttori di automobili cinesi nel mercato europeo, un fenomeno che ha visto una fortissima accelerazione negli ultimi anni e che appare, nella sua evoluzione, senza precedenti.Fabio Orecchini Direttore Osservatorio Auto e Mobilità Luiss Business School, spiega: “Il dato principale che emerge è quello dell’importanza dell’automotive cinese nel mondo. Questo forse sfugge a molti, pensiamo che l’auto cinese sia un auto che sta arrivando sui nostri mercati ma che non ha una presenza sui mercati internazionali reali. Mentre invece la Cina è il primo costruttore al mondo di automobili di gran lunga rispetto a Giappone, che ne produce 6 milioni rispetto ai 25 milioni prodotte sul suolo cinese ed esportate poi in buona parte anche verso l’estero. L’altro dato interessante è l’arrivo delle auto cinesi in Europa e in Italia”.Nel 2022 la Cina è stato il primo esportatore di vetture nell’Unione Europea, superando Giappone, Corea del Sud, Gran Bretagna e Stati Uniti. E in Italia? Le auto realizzate in Cina e immatricolate in Italia sono state pari a uno share del 3%, mentre nei primi tre trimestri del 2023 sono salite al 5%. Sulla base di questi numeri si prevede che, al termine del 2023, il valore dell’import di auto dalla Cina possa superare, per la prima volta, il miliardo di euro.”Il nostro Paese – dice Michele Crisci Presidente UNRAE – ha sempre dimostrato sull’automotive di avere delle qualità e delle innovazioni straordinarie che ci hanno portato in testa, non solo nelle competizioni ma anche nella produzione di componentistica. Credo che sia il caso di continuare riconvertendoci verso la nuova tecnologia”.