Dal 4 gennaio al cinema nella commedia “50 km all’ora”
Roma, 14 dic. (askanews) – Appartengono alla stessa generazione, vengono dalla stessa terra, l’Emilia-Romagna, e anche se hanno avuto percorsi artistici molto diversi ora Fabio De Luigi e Stefano Accorsi sono diventati fratelli. Almeno sul set. In “50 km all’ora”, nei cinema dal 4 gennaio, diretto dallo stesso De Luigi, si ritrovano dopo tanti anni al funerale del padre. Non hanno nulla in comune tranne il rancore verso l’altro, ma un viaggio su due vecchi motorini per portare le ceneri del padre accanto alla moglie, li riavvicinerà, tra disavventure, risate, ricordi e vecchi sogni.”E’ come se entrassimo in una bolla temporale nella quale compiamo un viaggio di formazione, però a 50 anni. Noi i codici da fratelli li ritroviamo facendo delle cose che facevamo da ragazzini” dice De Luigi.Quello tra fratelli, secondo Accorsi, è un legame ineguagliabile: “Io ho sotto gli occhi vari figli che sono molto legati, e io credo che quando condividi quella parte della vita, la prima parte della vita in cui tu sei emozioni, senza freni inibitori, se devi dare uno schiaffo dai uno schiaffo a tuo fratello. E poi litighi, piangi, ti abbracci, esprimi esattamente ciò che sei, l’altro conosce esattamente ciò che sei”.Loro due, invece, hanno qualcosa in comune nel modo in cui svolgono la loro professione: “Siamo tutti e due molto all’ascolto e poi non lo so, c’è un’assonanza. E poi sicuramente anche la provenienza: è chiaro che quando reciti nella tua lingua anche una parola un gesto, un cenno, lo percepisci in un modo diverso” conclude Accorsi.