Dibattiti e workshop sugli strumenti di rilancio delle aree fragili
Milano, 1 mar. (askanews) – Nuovi talenti legati ad un uso sostenibile della tecnologia e progetti di innovazione sociale che rispondano alle nuove domande di tutela e sviluppo dei territori possono svolgere un ruolo fondamentale nella rigenerazione delle aree interne, lontane dei grandi centri urbani. Se ne è discusso al Social Innovation Campus 2024, l’iniziativa dell’Academy di Fondazione Triulza in Mind.”I giovani sono centrali per abitare la trasformazione delle aree interne e tutte quelle aree che non sono metropolitane – ha detto Marisa Parmigiani, Head of Sustainability Gruppo Unipol che ha partecipato ai lavori del Social Innovation Campus 2024 – Per fare questo spesso vengono attivati e resi protagonisti da grandi imprese, come Unipol, che scelgono di fare attraverso l’animazione territoriale creazione di comunità e costruzione di sviluppo economico non strettamente collegato al loro business. Ma per realizzare tutto ciò c’è bisogno di giovani che abbiano voglia di partecipare, che abbiano voglia di costruire e che abbiano voglia di restare. Quindi un grande appello affinché siano protagonisti di questi interventi di natura sociale, prima ancora che imprenditoriale, che nascono dalle grandi imprese, ma che hanno bisogno del co-protagonismo dei giovani per poter concretizzarsi”.Co-protagonismo tra giovani e grandi imprese per lo sviluppo dei territori interni, dunque. Ma non solo: nel corso dei lavori i ragazzi si sono confrontati anche con altri modelli che perseguono lo stesso obiettivo di rilancio di territori economicamente fragili.”Proprio per il rilancio delle aree interne noi crediamo che il modello migliore sia quello dell’impresa cooperativa – ha affermato Giovanni Schiavone, presidente AGCI e General Fond – E in particolar eil modello di impresa delle ‘cooperative di comunità’. Così come in passato il movimento cooperativo per rispondere a esigenze di tipo territoriale ha voluto la nascita delle cooperative sociali, che va ricordato non nascono dalla penna del legislatore ma proprio dall’iniziativa del movimento cooperativo, così oggi per sviluppare determinati contesti nei territori interni, per attivare e mettere in campo determinati servizi in quelle aree che sarebbero destinate all’abbandono le ‘cooperative di comunità’ sono la risposta migliore. Le cooperative di comunità mettendo insieme i ragazzi con voglia di fare, e il nostro sostegno, riescono a dare risposte ai bisogni dove lo Stato non è più in grado di garantire servizi a territori e comunità”.Ma dietro i diversi modelli di impresa resta come forza propulsiva la volontà dei giovani di realizzare con proprio lavoro un impatto positivo nel contesto in cui vivono. E la sostenibilità, nel suo più ampio significato, diventa così per le imprese stesse una leva attrattiva e di consolidamento per i migliori talenti che riesce a coinvolgere. Anche di questo di è discusso al Campus”La sostenibilità è un leva di attrazione per le imprese, assolutamente sì. E questo è anche il tema che abbiamo deciso di portare qui, in Mind, nel workshop che abbiamo realizzato al Social Innovation Campus – ha raccontato Giovanna Brunelli, referente Progetti di Sostenibilità del Gruppo Umana – Ma perché è una leva di attrazione? Perché allinea i giovani talenti a una visione un porpuse dell’organizzazione. Ma non è solo leva di attrazione, è anche l’elemento che trattiene i talenti; perché li coinvolge, perché fa sì che quello che è lo scopo aziendale trovi spazio nel valori individuali”.Da aree fragili a territori miniera di opportunità: la partecipazione dei giovani e giovanissimi ai panel di discussione e ai workshop al SI Campus lascia dunque intravedere che anche questa trasformazione può essere possibile.